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Storia



STORIA E DESCRIZIONE DELLO STEMMA COMUNALE — Descrizione
araldica (ricavabile dall’atto di concessione dello stemma), breve cenno storico, traduzione e spiegazione del motto.

Descrizione

Stemma d’oro, allo spino secco sradicato, di nero, al capo rosso caricato da11’aqui1a di argento. Il Comune ha adottato questo stemma da11’unione dei blasoni di due famiglie monferrine che occuparono il borgo in epoca feudale: i del Bosco ed i Malaspina. I primi, ramo dei Marchesi di Monferrato, divisi in varie linee: di Monferrato, del Bosco (donde i Marchesi di Pareto e di Ussecio), de1 Carretto, di Savona, di Ponzone, di Saluzzo ed altre ancora.
I del Bosco alzavano per arme: di rosso a11’aqui1a spiegata d’argento che riflette i colori della più nota balzana aleramica: d’argento al capo di rosso (questo stemma rispecchia quello che in araldica è indicato con il termine di brisura, ossia una variante dell ’arme primitiva, modificata per evitare confusione tra i vari rami discesi da un comune capostipite).
I Malaspina di Spino secco ed i Malaspina di Spino fiorito, che possedettore Prasco dopo gli aleramici del Bosco vennero immortalati da Dante del Canto VII de1 Purgatorio con i celebri versi “... ma dove di dimora per tutta Europa, ch’ei non sien palesi? La fama che la vostra Casa onora grida i signori e grida la contrada si che ne sa chi non vi fu ancora...”

ORIGINE DEL NOME DEL COMUNE (storia e derivazione del toponimo)

I primi ricordi storici di Prasco pare risalgano al X secolo d.C. Gli studiosi di toponomastica monferrina non sono però d’accordo nel1’attribuire a questo paese il nome con cui veniva identificato. In ordine cronologico le varianti prese in considerazione sono le seguenti:
1. Pradascum e Pradasco.‘ attestato in atti del 991 e cioè nella Charta di fondazione e donazione dell’Abbazia di San Quintino come nel breve di papa Adriano VI dell’anno 1155. Dal latino pratascum originato dalla voce pratum o dialettale pradum erre fa pensare a luogo di prati o pratili cioè praterie.
2. Predasco come da una carta del X secolo e come risulta nell’atto con il quale i Marchesi di Occimiano donarono il feudo di Prasco agli Alessandrini ne1 1198 e da un documento con il quale Guglielmo II di Monferrato investì le monache Cistercensi di Latronorio della Chiesa di S. Maria “De Praedalibus” nel 1249. Nei documenti (manoscritti e s stampa d’epoca) conservati nell’archivio Gallesio- Piuma il termine ricorrente è Predascho.
3. Petrascum come risulta nel testamento dell’Arciprete di Prasco don Bartolomeo Remuschio (1694). Anche nella R. Patente con la quale Vittorio Amedeo concedette l’infeudazione a Ferdinando Piuma si legge “nel luogo di Prasco o sia Pedrasco”. Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Dizionario Topografico dei Comuni scrive: Prasco, già luogo fortificato, anticamente era chiamato Pedrasco e trovasi ricordato in una carta del secolo X. Nelle carte medievali compare il terrine Pedrascum, ricondotto a Perascum per Petrascum (da petrus) come riferimento alia natura rocciosa del terreno sul quale sorge il paese.
4. Perasco, Parasco o Pirasco


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